Incarcerazione femminile in Brasile: analisi dell’applicazione delle Regole di Bangkok a partire dalle decisioni del Supremo Tribunale Federale
DOI:
https://doi.org/10.5020/2317-2150.2025.14945Parole chiave:
incarcerazione femminile, Regole di Bangkok, Supremo Tribunale FederaleAbstract
L’articolo ha analizzato l’applicazione delle Regole di Bangkok, un insieme di linee guida per il trattamento delle donne detenute, a partire dalle sentenze del Supremo Tribunale Federale (STF). L’obiettivo è stato comprendere l’adozione di norme specifiche – e non vincolanti – sull’incarcerazione femminile, con una prospettiva di genere nell’ambito interno (Brasile), in particolare da parte dell’organo di vertice del Potere Giudiziario, nonché identificare le necessità e gli ostacoli esistenti. A tal fine, sono stati utilizzati il metodo deduttivo e la ricerca esplorativa, e il problema è stato analizzato sulla base della tecnica della ricerca bibliografica e giurisprudenziale. In un primo momento, si è illustrata la posizione della donna nella società patriarcale e gli stigmi attribuiti al genere femminile, passando per l’esposizione dei diritti umani presenti nelle regole; infine, sono state analizzate le 11 decisioni dello STF. In conclusione, si è osservato che, anche dopo 10 anni dalla loro adozione, le Regole di Bangkok restano, in gran parte, non attuate. Dal contenuto delle decisioni del Supremo Tribunale Federale, si rileva che il potere giudiziario considera le donne soltanto in relazione all’esercizio della maternità e, anche in tal caso, trascura tutte le attività implicate, nonché le particolarità di ciascun caso. Si è constatato, in tal senso, che l’incarcerazione femminile e le regole vengono ridotte alla maternità, senza che vi sia una garanzia di diritti per le altre donne attraverso riforme istituzionali penitenziarie.
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