Il ruolo della vittima davanti alla Corte penale internazionale: dal diritto al processo al diritto nel processo e al di là del processo
DOI:
https://doi.org/10.5020/2317-2150.2018.7503Palavras-chave:
Corte Penale Internazionale. Vittime di crimini. Diritto alla partecipazione. Diritto alla protezione. Diritto a riparazioni.Resumo
Il 17 luglio 1998, durante i negoziati a Roma, 120 Stati hanno deciso di istituire una Corte Penale Internazionale permanente. Per la prima volta nella storia della giustizia penale internazionale, i negoziatori dello Statuto di Roma hanno posto le vittime al centro del processo, riconoscendo fin dal secondo paragrafo del preambolo che gli Stati parti erano “consapevoli che durante [l’ultimo] secolo milioni di bambini, donne e uomini sono stati vittime di atrocità inimmaginabili che hanno profondamente scosso la coscienza dell’umanità”. Lo Statuto di Roma consente alle vittime di crimini che rientrano nella competenza ratione materiae della Corte di essere rappresentate, di presentare osservazioni e che le loro opinioni e istanze siano tenute in considerazione, quando i loro interessi personali siano coinvolti, in tutte le fasi del procedimento, oltre a poter chiedere riparazioni per il danno subìto. Di tal guisa, secondo lo Statuto di Roma, le vittime sono attori della giustizia internazionale piuttosto che meri soggetti passivi. In questo articolo, si esaminerà il ruolo delle vittime nel sistema della Corte penale internazionale, i diritti contemplati nello Statuto e negli altri regolamenti che disciplinano i procedimenti della Corte, nonché le interpretazioni che ne ha dato la Corte nelle sue prime pronunce.Downloads
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Publicado
2018-03-16
Edição
Seção
Artigos